BRIANZOLA

La popolazione Brianzola per la sua morfologia è riconducibile al gruppo delle pecore alpine giganti da carne. In passato, fino all’ultimo conflitto mondiale, si era diffusa e tipizzata raggiungendo in quegli anni la massima espansione numerica, allora la popolazione superava i quattromila capi con circa un migliaio di soggetti. Patrimonio economico, culturale e sociale della Brianza fu allevata con maggiore interesse nella fascia pedemontana, dove ha lasciato molte tracce della sua antica presenza, raccolte nella pubblicazione “La pecora brianzola: notizie storiche e ricerche zootecniche” edita dalla Comunità Montana del Lario Orientale (LC).
Il primo a descriverla fu Formigoni (1940 et 1942), veterinario referente per la Cattedra Ambulante di Agraria e, in seguito, il direttore dell’Ispettorato Provinciale Agrario di Como. Il quale la classificò come popolazione autoctona lombarda di taglia pesante, molto prolifica con grandi capacità materne e collocabile fra gli animali a forte attitudine produttiva per il carattere carne, meno evidenti, rispetto a quest’ultimo carattere, ma ugualmente eccellenti, si dimostravano le produzioni di latte e lana.
Nell’immediato dopoguerra, le mutate condizioni socioeconomiche della zona d’origine, ne hanno decretato, in sintonia con il trend nazionale del settore ovi-caprino, un rapido declino. La popolazione, prima di recenti interventi di salvaguardia operati dalla Comunità Montana del Lario Orientale, era arrivata ai limiti della sopravvivenza essendosi anche fortemente ridotto l’areale di allevamento, ma la sua importanza storica fu sufficiente però per destare interesse a garantirsi la citazione in autorevoli e recenti pubblicazioni (F.A.O., 1993 et Pro specie rara, 1995) a garanzia della sua presenza sul territorio brianzolo.
Il rinnovato interesse della politica comunitaria nell’allevamento zootecnico ha tuttavia riportato in primo piano l’importanza del recupero dei genotipi con forte adattamento a specifiche condizioni ambientali. La pecora Brianzola rimane, nell’area prealpina lecchese, l’ultima risorsa genetica ovina locale in grado di soddisfare i principi della politica di salvaguardia intrapresa in questi anni dall’U.E.

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ATTITUDINE PRODUTTIVA

Viene allevata principalmente per la carne ottenuta dalla macellazione degli agnelli durante il periodo pasquale e natalizio. La macellazione avviene normalmente ad un peso di circa 15 – 20 Kg di peso vivo anche se è sempre più richiesto un animale più pesante macellato al peso di 40 kg di peso vivo. Il latte viene normalmente utilizzato direttamente dall’agnello e viene prodotto quasi sempre in quantità sufficiente per portare allo svezzamento anche tre agnelli per parto, essendo molto alta la prolificità di questa razza. Attualmente sono anche in corso valutazioni sugli accrescimenti degli agnelli che hanno interessato circa un centinaio di capi. La lana pur essendo prodotta in quantità discrete, 2 – 3 kg anno, non viene utilizzata. Recenti iniziative locali in province limitrofe fanno però intravedere possibili sbocchi anche per questa produzione che attualmente incide solo negativamente sul bilancio aziendale.

AREA DI ORIGINE

Era anticamente ubicata nel triangolo compreso tra Como, Lecco e Monza. Attualmente l’areale di conservazione della popolazione è ubicato nella fascia pedemontana della Brianza compresa tra i comuni di Cesana Brianza, Civate, Galbiate, Proserpio, Suello e Valmadrera. In tale areale si contano circa trenta allevamenti, per un totale di circa 700 capi allevati in cui si ritrovano soggetti riconducibili allo standard di popolazione (oltre 250 capi).
Area di primaria espansione risulta tutta la Brianza (che comprende le province di Como, Lecco, Milano e Varese). La provincia di Sondrio si può ragionevolmente intendere come area di secondaria espansione in virtù dei fortissimi legami che si realizzano tra la Brianza e le valli del Mera e dell’Adda sotto l’aspetto zootecnico.

DATI BIOMETRICI

Caratteri biometrici Media D.S. Dispersione
Altezza al garrese cm 75,4 2,9 0,038
Altezza alla spina sopra sacrale cm 76,5 3,1 0,041
Altezza toracica cm 30,9 1,6 0,051
Lunghezza della groppa cm 23,2 1,6 0,068
Lunghezza del tronco cm 77,3 4,3 0,056
Circonferenza toracica cm 90,9 5,7 0,063
Peso kg 64 9,1 0,143

CARATTERI TIPICI

Taglia – Medio – grande.

Testa – Sviluppata in lunghezza ma ben proporzionata, acorne, profilo fronto-nasale montonino più accentuato nei maschi, orecchie pendenti lunghe mai portate in avanti o divaricate rispetto all’asse longitudinale del corpo.

Collo – Ben proporzionato.

Tronco – Di buona lunghezza nel rispetto della mole, di poco superiore all’altezza al garrese, anteriore dell’animale ben sviluppato con petto possente ma proporzionato, torace profondo, linea dorsale corretta, buon sviluppo anche del posteriore con groppa poco spiovente.

Arti – Sviluppati in lunghezza, robusti anche nelle articolazioni ma senza scadere nel grossolano, ossa relativamente fini, appiombi normalmente corretti.